23 settembre 2014

La Diani Beach Camel Race in Kenya

Lo sapevate che i cammelli possono arrivare fino all'incredibile velocità di 65 km/h in sprint e correre per un ora a 40 km/h? Ecco una delle corse più stravaganti del mondo: la Diani Beach Camel Race.


La Diani Beach Camel Race si tiene il 26 Dicembre di ogni anno sulla spiaggia di Diani Beach,

22 settembre 2014

La straordinaria infanzia della ragazza cresciuta con gli animali

Tippi Degre è cresciuta tra alcuni degli animali più pericolosi dell'Africa, rieccheggiando le avventure di Rudyard Kipling nel Libro della Giungla. Ecco le foto scattate dalla madre.

Suo fratello era un elefante, il suo migliore amico un leopardo e il suo parco giochi il bush africano

Mentre Mowgli era un figlio di un boscaiolo indiano, ed è stato allevato da un branco di lupi, Tippi

18 settembre 2014

Sudafrica: il canto delle balene a Hermanus

Sulla costa sudafricana si avvistano i grandi cetacei semplicemente camminando sulla scogliera. E si possono ascoltare anche i loro strani versi.

Ogni anno da giugno a novembre la splendida natura sudafricana offre l'opportunità di avvistare

17 settembre 2014

Kolmanskop: la città fantasma inghiottita dal deserto della Namibia

Kolmanskop, fondata nel 1900 ma abbandonata 40 anni dopo, una volta era la patria di centinaia di famiglie tedesche che affollavano la zona in cerca di fortuna dopo la scoperta di una miniera di diamanti. Ora invece è una città fantasma che attrae ogni anno i migliori fotografi vista la particolarità di questo luogo: le grandi case tedesche che gradualmente affondano nel deserto e creano un atmosfera surreale.

Foto: la vista di Kolmanskop dall'alto del pendio adiacente

Case, strutture, attrezzature, fabbriche, botteghe, un tempo animate dal via vai delle persone, ora sono abbandonate e inondate di sabbia che piano piano si è insinuata attraverso porte e finestre

16 settembre 2014

Masai Mara: in Kenya il re leone della vita reale

Come tutti saprete, grandi e piccoli, la Disney ha da qualche anno proposto nelle sale cinematografiche il remake in 3D dell'acclamatissimo film "il Re Leone" che ha cresciuto intere generazioni con i suoi simpatici personaggi Simba, Timon & Pumba e tutti gli altri animali del film d'animazione.

Non siete soddisfatti di aver rivisto il film? Oppure non avete ancora viaggiato in Kenya o Tanzania? Guardate questa serie di foto del Masai Mara National Reserve in Kenya messe a confronto con
le immagini del film. Il risultato è stupefacente.


15 settembre 2014

Zanzibar: nel labirinto della città di pietra

E' il regno della poesia, del sogno ovattato che profuma di incenso e cannella. E' gioia pura da assaporare lentamente, svegliarsi presto al mattino al canto del Muezzin, rendendosi conto che ci si trova in un luogo non immaginario ma reale. Perchè? Non esiste nessun'altro posto al mondo che racchiuda in se tanto carisma, esotismo, fascino sottile della decadenza, come Stone Town a Zanzibar.


Gli uomini dalle lunghe e candide vesti, le donne velate di nero dalle mani e piedi decorati con

Alle falde del Kilimanjaro: la salita sul tetto d'Africa

Con i suoi 5895 metri è la montagna più alta del continente africano nonché uno dei vulcani, ormai spento, più alti del mondo e, quelle che un tempo erano le bocche eruttive, sono ora le tre vette di questo complesso montuoso: lo Shira, il più antico, il Kibo e, il più recente, il Mawenzi. Il Kilimanjaro fa parte delle Seven Summit, ovvero le sette cime più alte della terra divise per continente.




Siamo nella Tanzania nord-orientale, al confine con il Kenya, in una location solitaria bella da vedere,

11 settembre 2014

Namibia: i ghepardi che sono i migliori amici dell'uomo

Un nomade della tribù dei Boscimani cammina attraverso il caldo deserto del Kalahari in Namibia in compagnia di un ghepardo "addomesticato". Una scena imperdibile, più unica che rara.

Anche se quando sono completamente selvatici sono dei perfetti assassini, questi grandi felini sono sorprendentemente facili da addomesticare. I bellissimi esemplari nelle immagini qui sotto, scattate nel Naankuse Wildlife Sanctuary, sono stati allevati fin da quando erano dei cuccioli, a causa della morte improvvisa della madre uccisa dai bracconieri cinque anni fa. Come risultato, i tre ghepardi, un maschio e due femmine, sono felici di andare al "trotto" al fianco dei loro "salvatori" durante la quotidiana passeggiata di tre ore attraverso il deserto.

Foto: Un nomade Boscimano cammina in compagnia di un ghepardo addomesticato.

In Botswana il popolo più antico del mondo: i Boscimani

Il Kalahari è una vasta area desertica che si estende per quasi 600.000 chilometri quadrati e comprende gran parte del territorio dello stato del Botswana e ampie zone delle vicine nazioni dello Zimbabwe, Namibia e del Sudafrica. Lo stesso nome Kalahari la dice lunga sulle condizioni del luogo: deriva infatti dalla parola kgalagadi, che in dialetto Bantu significa "grande sete", e in effetti, è una delle zone più aride al mondo.


Nonostante queste condizioni apparentemente inospitali, il Kalahari non è affatto "deserto": sul suo territorio crescono piante e alberi di specie si sono adattate alla scarsità d'acqua, ed è frequentato da numerosi animali come antilopi, iene e leoni. Inoltre, nel Kalahari abita una popolazione, quella dei Boscimani, che si è perfettamente adattata a vivere in questo difficile territorio, e se diciamo perfettamente lo facciamo con una buona ragione: gli scienziati sono convinti che i Boscimani abitino in questa regione dell'Africa da almeno 20.000 anni e sono stati trovati scheletri di individui molto simili agli attuali boscimani che sono stati datati, grazie al carbonio, a più di 100.000 anni fa.


Per di più si pensa che la cultura e le abitudini di vita di questo popolo non siano cambiate molto dal più remoto passato fino ai tempi recenti, cosa che lo ha reso oggetto di numerosi studi scientifici, prima di tutto da parte degli antropologi. Recentemente, alcune ricerche sul codice genetico, il DNA, delle varie popolazioni del mondo hanno stabilito che gli appartenenti a questo popolo rappresentano il tipo di umano più antico, quello che si avvicina di più ai lontani antenati di tutta la specie.


Per maggiori informazioni: Viaggi in Botswana


08 settembre 2014

In Sudafrica per guardare negli occhi lo squalo bianco

Il folle, coraggioso, temerario, pazzo ( scegliete voi come definirlo ) che vedete in questo video è Mike Rutzen, un ex pescatore di Gansbaai, città sudafricana, divenuto famoso per la sua abilità nel "giocare" con gli squali bianchi senza la protezione di una gabbia.

                                          Video: Mike Rutzen in azione in mezzo agli squali

Ed è proprio a Gansbaai che Mike ha fondato la Shark Diving Unlimited che organizza escursioni per far ammirare da vicino anche ai turisti il grande squalo bianco; ma protetti da una gabbia, tranquilli! ( per i più temerari si organizzano anche senza gabbie)

L’escursione, a cui si può partecipare durante tutto l’anno anche se il periodo estivo (inverno in Italia) è  il migliore per immergersi, dura circa 5 ore e viene 90 euro a persona, adrenalina inclusa!

Come? Non è richiesta alcuna esperienza specifica e tutto l'equipaggiamento è fornito a bordo. Quando gli squali sono attorno alla barca, i sommozzatori entrano nella gabbia immersa e lo squalo è attratto con un esca a pochi metri dalla gabbia. Non appena lo squalo si avvicina, i sommozzatori si immergono sotto acqua e possono così ammirare tra stupore e brividi questa affascinante creatura che passa attorno alla gabbia.


Ti può interessare anche: Sudafrica, il canto delle balene

Sudafrica, il Baobab millenario con un pub all'interno

Sunland Baobab è uno degli alberi più famosi dell'Africa, con una storia di ben 6.000 anni!


Tra le varie storie e curiosità legate al Baobab vi riportiamo la notizia di Sunland Baobab, uno degli esemplari di Adansonia Digitata più antichi dell'Africa. Questo gigante buono si trova in Sudafrica nella regione di Limpopo e ha una storia di 6.000 anni. Le sue dimensioni sono talmente grandi che le popolazioni locali vi hanno realizzato un pub all'interno del tronco nel 1933, con tanto di panche in legno, banconi e tavolini, scaffalature, tiri a segno. Lo spazio interno del pub può ospitare fino a 15 fortunati visitatori.


Questo Baobab millenario ha una circonferenza di 108 metri e rami alti fino a 20 metri. Nel realizzare questo bizzarro ambiente non è stata compromessa la salute dell'albero. Come potete vedere dalle foto infatti questo esemplare ha sviluppato spontaneamente delle cavità interne collegate da un passaggio che ha permesso la realizzazione del pub. Questo passaggio ha soffitti alti 4 metri.

                                                                              
Le fresche fronde del Baobab permettono ai visitatori di sorseggiare un drink all'esterno del 'Pub Tree', l'abbondanza d'ombra ha infatti permesso la collocazione di una decina di tavolini, creando così una location particolarissima per l'organizzazione di eventi speciali.

Foto: l'interno del Baobab Pub Tree

Sicuramente questo è uno dei pub più particolari al mondo, ma di certo non uno degli aneddoti più strani legati al Baobab. Ci sono numerosi esempi di baobab che al termine del loro ciclo di vita sono stati ridestinati a fermate degli autobus e ad abitazioni.

Foto: il particolare ingresso del Baobab Pub Tree

05 settembre 2014

Lalibela, in Etiopia una nuova Gerusalemme

Lalibela è una piccola località situata al centro dell'Etiopia a circa 2.700 metri sul livello del mare. Anticamente il suo nome era Roha di cui le leggende raccontano le imprese della regina di Saba. 

Cristianizzata nel 300 d.c. si dice che il suo fondatore si chiamasse Gebre Mesquel Lalibela. Nel tempo furono costruite 11 chiese collegate tra loro da cunicoli sotterranei, e senza l'uso di malte, legnami e pietre. 

Ma la particolarità di questo posto incredibile, già inserito dall'Unesco come Patrimonio dell'Umanità, è la sua struttura nel suo complesso. Sottomessa e costruita dall'alto verso il basso. Un'elaborata e stupefacente edificabilità costruttiva. Assolutamente improponibile per i nostri tempi, ma inconcepibile in quel contesto storico dove i mezzi e gli utensili costruttivi non avevano il livello odierno. Infatti grazie a questa peculiarità, Lalibela rientra in quel contesto di "Strutture del Mistero" disseminate per il mondo. 

Qui sotto rispettivamente: Bet Giyorgis, Bet Anna Libanos, Bet Amanuel, Bet Gabriel Rufael. 










Informazioni utili: vivi l'Etiopia di African Explorer con le partenze di gruppo in Italiano

I Maasai Cricket Warriors, dalla savana al campo da cricket

Vestiti con gonne rosse e drappeggiati da collane di perline colorate, i guerrieri della leggendaria tribù kenyota Maasai sono una delle squadre più insolite e più improbabili del mondo. Hanno lasciato le loro lance in favore di masse da cricket e palle di cuoio per cercare di promuovere uno stile di vita sano all'interno della loro comunità e diffondere la consapevolezza su HIV /AIDS e le questioni femminili, utilizzando lo sport come mezzo di integrazione. Si fanno chiamare Maasai Cricket Warriors .


Il Cricket è arrivato in questo angolo remoto del mondo sette anni fa a causa degli sforzi e la passione di una donna sudafricana, Aliya Bauer, allenatrice della squadra. La Bauer fu inviata in questa regione per un progetto di ricerca su i babbuini ma, le manco cosi tanto il cricket che decise di introdurlo all'interno della comunità Maasai in cui viveva.


Mentre la sua squadra cresceva in dimensioni, la Bauer si rese conto che aveva bisogno di aiuto e si mise in contatto con la Cricket without Boundaries. Con il loro aiuto, ottennero delle attrezzature adeguate per la loro formazione e allenamenti. A questo punto, i guerrieri Maasai iniziarono a giocare della partite contro squadre provenienti dalla Tanzania e dintorni. Nonostante la mancanza di strutture adeguate, la carenza di fondi e l'assenza di un campionato regolare, il team diventò sempre più forte e oggi conta 24 giocatori, tutti provenienti da Il Polei e il vicino villaggio Endana.


Le questioni fondamentali che vengono affrontate sono:

- Sensibilizzazione sull'HIV / AIDS tra i giovani;
- Lotta contro la discriminazione di genere;
- Ridurre l'alcool e abuso di sostanze;
- Sensibilizzazione alle tematiche ambientali e di conservazione;
- Contribuire agli sforzi di costruzione della pace e lo sviluppo locale


Sulla destra il capitano della squadra Nissan Jonathan Ole Meshami. Meshami è nato nel 1986 in un remoto villaggio nella zona della Rift Valley del Kenya, il più giovane in una famiglia di nove figli. Incapace di frequentare la scuola, ha aiutato la sua famiglia tenendo i loro greggi di capre e pecore. "Ho imparato l'arte di gettare una lancia in età molto precoce e sono diventato anche bravo a lanciare pietre lunghe distanze. L'obiettivo della lancia era mai fare del male o ferire qualsiasi fauna selvatica, ma piuttosto come una protezione se mai mi fossi trovato in una situazione one-on-one di dover lottare per la mia vita. "






Foto: ( Carl De Souza/AFP/Getty Images ) Fonte: via theatlantic.com

04 settembre 2014

10 curiosità che non sai sull'Africa

Quante lingue si parlano in Africa? Qual'è il paese più ricco? Qual'è l'età media della popolazione?


L'Africa fa spesso notizia, ma di solito solo per i suoi aspetti negativi: fame, guerra, povertà, sfruttamento delle risorse naturali, corruzione. Tutto ciò fa parte dell'Africa, ma l'Africa è molto più di questo. Per cominciare, l'Africa è formata da più di cinquanta paesi diversi, ed è ricca di diversità grazie a i 3.000 gruppi etnici presenti sul territorio. Ma non è l'unica curiosità...

1. L'età media e le aspettative
Attualmente, la popolazione africana è di circa un miliardo di persone. Negli ultimi 40 anni c'è stata una vera e propria esplosione demografica, e così l'età media della popolazione del continente è relativamente bassa. In molti stati africani la metà della popolazione non ha ancora raggiunto i 25 anni. Secondo il World Population Data, l'aspettativa media di vita per gli abitanti dell'Africa è 58 anni. ( in Italia 84 ).

2. Le lingue
La lingua più parlata in Africa è l'arabo, rappresentato da vari dialetti: lo parlano 170 milioni di persone e vivono principalmente in Nord Africa. Ma nel continente si parlano altre 2.000 lingue.

3. La popolazione
L'Africa è il secondo continente più popoloso della Terra, dopo l'Asia, con circa 1,1 miliardi di persone. La popolazione africana sta crescendo più velocemente di quella asiatica, e si pensa che entro il 2050 l'Africa avrà 2,3 miliardi di abitanti. La Nigeria è il paese più popoloso dell'Africa, con circa 145 milioni di abitanti. Segue l'Egitto, con una popolazione di più di 76 milioni di persone.

4. Le Piramidi
L'Egitto è anche il paese turistico più visitato dell'Africa, soprattutto per via delle piramidi. Pochi sanno che il Sudan ha 223 piramidi contro le 138 dell'Egitto. Ma sono più piccole e posizionate peggio rispetto a quelle degli egiziani. Perciò hanno meno successo.

5. Il paese più grande e quello più piccolo
Il più grande paese dell'Africa è il Sudan (2, 5 milioni di km²). Il più piccolo sono le Seychelles (453 km²).

6. La culla dell'umanità
La parte centrale dell'Africa orientale, la Rift Valley, è considerata da molti studiosi il luogo di origine degli esseri umani, da dove oggi arrivano molti dei profughi che attraccano sulle coste europee.
I più antichi resti di Homo sapiens sono stati trovati in Etiopia. Nel 1974, vicino Khadr fu trovato lo scheletro di Lucy, un Australopithecus Afarensis che visse circa 3,2 milioni di anni fa, e che molti scienziati ritengono sia il più antico antenato diretto dell’uomo. Nel 1979, in Tanzania, nella regione Kibish, sono state trovate le più antiche orme umane.

7. Povertà e ricchezza
L'Africa è povera. Ma i paesi africani non sono tutti poveri. È la distribuzione della ricchezza che crea problemi. L'Angola, per esempio, sta vivendo una vera e propria fase di boom economico, tanto da aver invertito i flussi di immigrazione verso il Portogallo di cui è stata una colonia: oggi con la crisi, sono i portoghesi che emigrano in Angola. E il paese ha espresso anche il primo miliardario (in euro) della storia dell'Africa: Isabel dos Santos Fontes, la quarantenne figlia maggiore del Presidente del paese.

8. Colonie e confini
A eccezione di Etiopia e Liberia, tutta l'Africa è stata colonizzata da paesi non africani: Regno Unito, Francia, Belgio, Spagna, Italia, Germania e Portogallo, senza il consenso della popolazione locale. Nel 1884-1885 la Conferenza di Berlino ha diviso il continente tra le potenze non africane. Nel corso dei decenni successivi, e soprattutto dopo la seconda guerra mondiale, i paesi africani hanno gradualmente riconquistato la loro indipendenza, con i confini decisi "a tavolino" dalle potenze coloniali. Questi confini, stabiliti senza riguardo alle culture locali, hanno causato numerosi problemi di etnie in Africa.

9. Le aree più popolose
Solo il 39% della popolazione africana vive in aree urbane. L'Africa ospita due megalopoli con una popolazione superiore a dieci milioni: il Cairo, Egitto e Lagos, in Nigeria. L'area urbana del Cairo ospita da qualche parte più di 15 milioni di persone e Lagos tra 10 e 12 milioni di persone.

10. Città antiche a confronto 
Nel 1500, mentre Londra aveva 20 mila abitanti, la città di Timbuktu nel Mali ne contava 115.000. C'era anche l'Università. Il geografo Leone l'africano, nel 1526, scrisse: «Qui vengono portati diversi manoscritti e libri scritti da fuori della barbaria, che sono venduti ad un prezzo più alto di qualsiasi altro bene».

Foto:  la Rift Valley, Etiopia.

02 settembre 2014

I consigli per un fotosafari in Africa

I safari fotografici sono gite che dovrebbe vivere ogni fotografo almeno una volta nella vita. Essi forniscono l'occasione perfetta per fotografare la fauna selvatica e la natura. Noi consigliamo di usufruire di veicoli 4x4 scoperti, molto funzionali per questo tipo di attività. Ancora più importante del veicolo è la guida esperta della riserva naturale capace di seguire le tracce di animali per capire gli spostamenti all'interno del parco.


La preparazione a casa per il vostro primo fotosafari:

- Spendere del tempo per conoscere la propria fotocamera e le attrezzature. La fotografia naturalistica non è sicuramente statica e si dovrebbe essere in grado di cambiare le impostazioni in modo rapido e veloce con soggetti in movimento e allo spostamento della luce.

- Incominciare fotografando gli animali domestici, uccelli o qualsivoglia animale in movimento nella propria zona al fine di migliorare il tatto e la velocità di esecuzione.


Cosa dovreste portarvi:

- Una fotocamera che offra la possibilità di impostare le foto con obiettivi grandangolari ( wide angle ) per i paesaggi e un teleobiettivo per gli animali in corsa.

- Un flash esterno con batterie di ricambio. Per i più esperti consigliamo di portare un trasmettitore flash wireless ( wireless flash trasmitter ) per evitare gli occhi rossi.

- Un interruttore di scatto ( shutter release ) per fotografare tutte le sfumature delle stelle.

- Schede di memoria con grande capacità di archiviazione e un dispositivo esterno per trasferire le immagini dopo ogni safari.

- Le batterie di ricambio. I safari durante più ore alla volta.

- Un buon kit per la pulizia delle lenti è fondamentale, in quanto negli spostamenti si solleva molta polvere.

- Assicurare sempre la vostra attrezzatura. Il meteo in Africa può essere imprevedibile.

- La volontà di imparare e condividere. E' importante in questi fotosafari essere disposti a imparare, non solo di fotografie ma anche di quello che si sta fotografando. Quanto più si impara a conoscere il comportamento degli animali, quanto più potrete anticipare il vostro prossimo scatto.

- L'ultima cosa, la più importante, un rispetto etico per la natura. Non solo è immorale disturbare gli animali per ottenere uno scatto, ma può mettere in pericolo voi e gli altri compagni di viaggio.

Se sei un amatore, non ti preoccupare! Le migliori foto sono sempre quelle inaspettate!

Viaggiare in Africa: se volete vivere l'emozione del vero safari vi consigliamo i tour del nostro partner African Explorer da 40 anni specialista della destinazione. www.africanexplorer.com

Goree, l'isola degli schiavi dove è nata l'America

Gli Stati Uniti sono nati sull’isola di Gorée, Senegal, almeno da quanto scritto sulla roccia di Plymouth, Massachusetts, dove arrivarono i pellegrini del Mayflower nel 1620. Gli americani sono nati laggiù perché provate a immaginare la storia dell’America senza gli schiavi, cioè senza tutto quello che la tensione razziale ha provocato nel corso dei secoli, dalla Guerra Civile vinta dal presidente Lincoln, fino all’ingresso di Barack Obama nella Casa Bianca, passando per l’omicidio di Martin Luther King.

Foto: vista dall'alto dell'isola di Gorèe

L’Isola di Gorée, “Bir”, che in senegalese vuol dire “ventre muliebre”, si trova a tre chilometri di distanza da Dakar, capitale del Senegal. Dichiarata patrimonio dell’Umanità dall’ONU nel 1978, Gorèe ha rappresentato, per chi l’ha attraversata in catene fin dal lontano 1444, “la porta per l’inferno” della schiavitù, dove sono stati sottoposti milioni di uomini e donne africani, strappati alla loro terra ed inviati, con le imbarcazioni portoghesi, spagnole ed olandesi, nelle Americhe del Sud e nei Caraibi per lavorare nei campi di cotone e canna da zucchero.
                                                                                        

La porta del non ritorno

Nella Casa degli Schiavi sull'isola si può ancora visitare la famosa e triste porta del non ritorno da dove uscivano gli schiavi catturati in tutte le zone dell'Africa dell'Ovest per essere poi caricati sulle navi che li avrebbero portati in America. 

I dati storici sul numero di schiavi effettivamente passati da questa porta sono contrastanti, si passa da una valutazione di alcuni milioni ad alcune decine di migliaia.

Gli schiavi, tenuti in celle fino alla partenza delle navi, imboccavano poi il corridùio che portava direttamente al mare attraverso la porta del non ritorno. Ai piani superiori dell'edificio vivevano invece i "negrieri".


Foto: Barack Obama in visita alla porta del non ritorno della Casa degli Schiavi


01 settembre 2014

A Zanzibar il ristorante più romantico dell'Oceano Indiano

Zanzibar è un piccolo paradiso terrestre adatto per chi desidera sdraiarsi sulle spiagge bianche soleggiate o per chi è alla ricerca di nuove attività ricreative e sportive da fare. Qui il viaggiatore si ritrova a passeggiare per le colorate viuzze di Stone Town o vivere il contatto con la natura nei parchi forestali e nelle numerose gite organizzate per gli amanti dello snorkeling.

Se poi siete anche amanti della buona cucina non dovreste perdervi la visita a quello che è stato definito il ristorante più romantico dell'Oceano Indiano: il Rock Restaurant.


Non un semplice ristorante, ma un gioiellino di struttura che si erge su un roccia a pochi passi dalla spiaggia di Michanwi Pingwe. In condizioni di bassa marea lo si può raggiungere anche a piedi mentre, in condizioni di alta marea, il tragitto si percorre in canoa grazie ad un gentile traghettatore oppure, per i più sportivi, con una bella nuotata nell'acqua cristallina dell'Oceano Indiano.


Un ristorante in cui l'esotismo comincia appunto dalla particolare struttura: si tratta infatti di un Makuti africano, una tipica abitazione bianca il cui tetto si ricava dalle foglie della palma di cocco intrecciate. Un interno poi che risulta curato e molto elegante. 

Un menu che, malgrado la ricercatezza dell'ambiente, risulta abbastanza abbordabile alle tasche di un viaggiatore medio. 


Si parla infatti di costi che variano tra i 5 e i 12 dollari per un antipasto (insalata di mare e vari), dagli 11 ai 27 dollari per un primo piatto (pasta fresca all’aragosta oppure zuppa di granchio tra le migliori) e per il secondo siamo tra i 14 e i 27 dollari ( frittura di calamari e carpaccio di pesce del giorno).


Il pesce ovviamente è di prima qualità e gustoso, il servizio ospitale e la location ovviamente gioca il suo ruolo fondamentale ( qui sotto la vista dalla terrazza ).



Viaggiare a Zanzibar: sicuramente il periodo migliore è quello della stagione secca che va da Luglio a Settembre ma anche la stagione delle piccole piogge, tra Ottobre e Novembre, con un clima più mite è favorevole. Vai sul sito www.africanexplorer.com 

Un leone rimane incastrato su un albero e il fratello interviene per aiutarlo

Tutto quello che voleva il leone era un bel pisolino rilassante all'ombra della chioma di un albero. Ma a quanto pare, il "gattone" deve essere salito un pò troppo in alto per farsi aiutare dal fratello maggiore. Ecco le foto dei due leoni del Kruger National Park in Sudafrica:


         

         

Se stai cercando di immaginare la scena completa, ecco una gif che riassume il "volo":