17 settembre 2014

Kolmanskop: la città fantasma inghiottita dal deserto della Namibia

Kolmanskop, fondata nel 1900 ma abbandonata 40 anni dopo, una volta era la patria di centinaia di famiglie tedesche che affollavano la zona in cerca di fortuna dopo la scoperta di una miniera di diamanti. Ora invece è una città fantasma che attrae ogni anno i migliori fotografi vista la particolarità di questo luogo: le grandi case tedesche che gradualmente affondano nel deserto e creano un atmosfera surreale.

Foto: la vista di Kolmanskop dall'alto del pendio adiacente

Case, strutture, attrezzature, fabbriche, botteghe, un tempo animate dal via vai delle persone, ora sono abbandonate e inondate di sabbia che piano piano si è insinuata attraverso porte e finestre
, scardinandole e infrangendone i vetri. Inoltre, spesso è visibile una leggera nebbia portata dal mare, che rende la cittadina praticamente spettrale.

Foto: l'insegna spettrale all'ingresso della città fantasma

Nel 1908, un lavoratore tedesco ha trovato per caso un diamante, l’ha mostrato al suo supervisore e dà lì si è scoperto che la zona era una vera e propria miniera. Famiglie di tedeschi, pionieri e imprenditori accorsero a flotte per usufruire in vari modi della ricchezza della zona. Gli europei avevano portato lì il loro stile per vivere nel comfort: erano 700 famiglie per un totale di circa 1100 adulti e 40 bambini.

Foto: la vecchia ferrovia, ormai in disuso, della città fantasma.

Oltre alle strutture per l’estrazione mineraria e le botteghe che vendevano svariate cose come in qualsiasi altro paesino, c’erano varie strutture per divertirsi, tra cui un casinò, un teatro, una sala da ballo, una palestra, dei luoghi d’incontro per giocare a bowling o altri giochi.



Inoltre c’era il tram (il primo in Africa) e una piccola stazione ferroviaria, un impianto per la produzione del ghiaccio e varie strutture di servizi come la scuola, la centrale elettrica e l’ospedale.

Diventata tempio per i fotografi di tutto il mondo, ecco i migliori scatti delle case fantasma:












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