10 ottobre 2014

I mille volti della bellezza in Africa

In Africa le usanze tribali sono numerose come i granelli di sabbia del deserto del Sahara e sono profondamente radicate in ognuna delle tribù dell'interno continente. Scopriamone alcune:


NAMIBIA - "Belle come statue" è l’espressione più frequente tra chi conosce le donne Himba.
E in effetti le donne di questo popolo della Namibia, fanno di tutto per assomigliare a preziose "sculture" di terracotta. A partire dal make-up: un impasto di polvere d’ocra, erbe e burro di capra che spalmano sulla pelle e intorno ai capelli intrecciati. Il composto le protegge da scottature, disidratazione e punture di insetto, ma soprattutto, dona loro un bel colore rossastro, considerato molto sexy. E per mantenerlo si lavano poco, anche perché purtroppo da quelle parti l'acqua scarseggia. Quando la strana fanghiglia si secca applicano un nuovo strato, rifacendosi il "trucco" anche 2 o 3 volte al giorno.


ETIOPIA - Quello che vedete qui è il frutto di molti anni di "lavoro". E non senza sofferenze. Alle donne della tribù etiope dei Mursi, infatti, all'età di 15 anni viene praticata un'incisione sul labbro inferiore. Un foro che viene poi gradualmente dilatato con dischi sempre più larghi di legno o argilla. Dopo un po' di tempo, queste donne riescono a indossare placche anche di 10 centimetri di diametro decorate a mano (come quella della donna nella foto).
Un gioiello un po’ ingombrante che serve alle donne mursi per trovare marito. L’usanza secondo gli antropologi è un rito di passaggio dall'adolescenza all'età adulta. Quando il disco è grande significa che la donna ha raggiunto la maturità sessuale.



KENYA - Tra le complesse tradizioni e rituali del popolo dei Samburu, tribù del nord del Kenya, c'è una sorta di danza dell'amore che apre il cerimoniale del corteggiamento. Quando il giovane uomo individua la prescelta, ha un modo singolare per fare il primo passo. Le getta sul viso la chioma di capelli acconciati e colorati d'ocra: è questo il segno chiaro della passione scoccata. Se lei ricambia, si aspetta in dono nuove collane di perline colorate per aumentare il fascio già abbondante che le adorna il collo ( come le tre donne in foto ).


BENIN - Non sono solo cicatrici le incisioni sul ventre di questa donna del Benin, stato dell’Africa occidentale, ma rappresentano una tradizione, un retaggio culturale, un linguaggio ricco di simboli e significati. Attraverso la "scarificazione", una pratica che non prevede fuoriuscita di sangue, la pelle viene incisa nei suoi strati superficiali e sviluppa, una volta rimarginata la ferita, cicatrici più o meno evidenti che rimarranno sul corpo per tutta la vita. Questo rituale, diffuso in molte popolazioni dell’Africa occidentale, della Nuova Guinea e tra gli aborigeni australiani, è considerata una prova di coraggio, il passaggio verso l’età adulta, l’appartenenza alla propria tribù o semplicemente un modo per abbellire il corpo.


ETIOPIA - Chi pensa che le donne siano più vanitose degli uomini probabilmente non ha mai assistito alle lunghe sedute di trucco e parrucco degli uomini Karo, popolazione etiope. Qui non solo le signore, infatti, si decorano, anche figli e mariti si addobbano. Si cospargono di polveri di gesso, ocra e carboncino, disegnando simboli e motivi decorativi a imitazione degli animali.Uno dei loro preferiti imita il piumaggio della faraona (nella foto), gallina di origine africana diffusa in tutto il mondo. A completare illook animalesco, uno chignon fermato con una piuma di struzzo, simbolo di coraggio e virilità.

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