C'è chi dice che non basta una vita intera per imparare a conoscere Jemaâ El Fna. Cartomanti e misteriosi venditori d'acqua, maghi e cantastorie cercano di attirare l'attenzione con campanelli e inviti in lingua francese. Gli incantatori di serpenti hanno fatto di questo luogo il loro teatro quotidiano. Troppo difficile resistere al loro fascino.
Fin dalla fondazione della città (quasi mille anni fa), la piazza offre questo spettacolo vivente all'ingresso della medina, nell'immensa area pedonale circondata da bar, ristoranti, boutique, che dal 2001 è riconosciuta dall'Unesco come patrimonio orale e immateriale dell'umanità.
Qui le culture d'impronta araba, berbera e sub sahariana si fondono e dall'alba al tramonto è un brulicare continuo di voci e colori, finché non si accendono le luci e iniziano i numeri di musicisti, acrobati o mangiafuoco, mentre in cielo salgono i fumi delle griglie e delle cucine delle bancarelle (tutte riconoscibili e rintracciabili grazie al loro numero personale).
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