05 settembre 2014

I Maasai Cricket Warriors, dalla savana al campo da cricket

Vestiti con gonne rosse e drappeggiati da collane di perline colorate, i guerrieri della leggendaria tribù kenyota Maasai sono una delle squadre più insolite e più improbabili del mondo. Hanno lasciato le loro lance in favore di masse da cricket e palle di cuoio per cercare di promuovere uno stile di vita sano all'interno della loro comunità e diffondere la consapevolezza su HIV /AIDS e le questioni femminili, utilizzando lo sport come mezzo di integrazione. Si fanno chiamare Maasai Cricket Warriors .


Il Cricket è arrivato in questo angolo remoto del mondo sette anni fa a causa degli sforzi e la passione di una donna sudafricana, Aliya Bauer, allenatrice della squadra. La Bauer fu inviata in questa regione per un progetto di ricerca su i babbuini ma, le manco cosi tanto il cricket che decise di introdurlo all'interno della comunità Maasai in cui viveva.


Mentre la sua squadra cresceva in dimensioni, la Bauer si rese conto che aveva bisogno di aiuto e si mise in contatto con la Cricket without Boundaries. Con il loro aiuto, ottennero delle attrezzature adeguate per la loro formazione e allenamenti. A questo punto, i guerrieri Maasai iniziarono a giocare della partite contro squadre provenienti dalla Tanzania e dintorni. Nonostante la mancanza di strutture adeguate, la carenza di fondi e l'assenza di un campionato regolare, il team diventò sempre più forte e oggi conta 24 giocatori, tutti provenienti da Il Polei e il vicino villaggio Endana.


Le questioni fondamentali che vengono affrontate sono:

- Sensibilizzazione sull'HIV / AIDS tra i giovani;
- Lotta contro la discriminazione di genere;
- Ridurre l'alcool e abuso di sostanze;
- Sensibilizzazione alle tematiche ambientali e di conservazione;
- Contribuire agli sforzi di costruzione della pace e lo sviluppo locale


Sulla destra il capitano della squadra Nissan Jonathan Ole Meshami. Meshami è nato nel 1986 in un remoto villaggio nella zona della Rift Valley del Kenya, il più giovane in una famiglia di nove figli. Incapace di frequentare la scuola, ha aiutato la sua famiglia tenendo i loro greggi di capre e pecore. "Ho imparato l'arte di gettare una lancia in età molto precoce e sono diventato anche bravo a lanciare pietre lunghe distanze. L'obiettivo della lancia era mai fare del male o ferire qualsiasi fauna selvatica, ma piuttosto come una protezione se mai mi fossi trovato in una situazione one-on-one di dover lottare per la mia vita. "






Foto: ( Carl De Souza/AFP/Getty Images ) Fonte: via theatlantic.com