28 settembre 2015

Viaggi | Senegal, la porta dell'Africa nera

Perché visitare il Senegal. Per tanti motivi, il primo dei quali potrebbe essere quello di osservare da vicino la "differenza" tra le immagini della Parigi-Dakar e la vita reale.


A sole cinque ore di volo dall’Europa, il Senegal è la vera porta dell’Africa nera. Un paese di
piccole dimensioni ma ricco di storia, etnie, di avvenimenti anche drammatici, con una popolazione che convive pacificamente pur appartenendo a differenti gruppi etnici. Un paese carico di magia e di musica. 

L’abolizione dell’obbligo di ottenimento del visto accompagnata anche da una riforma delle tasse aeroportuali, che saranno ridotte di almeno la metà, stanno rendendo il Senegal sempre più accessibile.


Un viaggio in Senegal non è soltanto la scoperta di una terra tra l’oceano e il deserto: i suoi colori, la gente, la sua vitalità allegra e sfaccendata, tipicamente africana, sono solo alcuni degli ingredienti di un’avventura che promette di diventare indimenticabile.
Dakar è la capitale e il massimo porto del Senegal, formata da un insieme di villaggi inglobati a formare, oggi, una grande metropoli. Vero e proprio microcosmo, Africa nera e colonia bianca, moderna e inguaribilmente primordiale, è anche l’emblema dell’africanità o della "négritude", immortalata da uno dei massimi poeti della terra, Leopold Sedar Senghor, considerato, a ragione, il Padre della Patria.


A circa 30 km dalla capitale Dakar, si trova un particolare lago le cui acque sembrano colorate artificialmente di rosa, si tratta del Lago Retba, meglio conosciuto come Lago Rosa. Questa colorazione particolare è dovuta alla presenza di un batterio alofilo, cioè amante del sale, che in queste acque è assai presente con una densità di 380 gm/litro. Le membrane di questo batterio contengono dei particolari pigmenti responsabili di questa colorazione rosso-rosacea. 


Da una bellezza esotica all’altra il passo è breve. L’lle de Gorée è un mondo a parte. A venti minuti circa dal porto di Dakar, sorge questa piccolissima isola (novecento metri per trecento) che assunse un ruolo importante ai tempi del triste commercio degli schiavi. Oggi Gorée è patrimonio mondiale dell’umanità. Un luogo affascinante, zeppo di vecchi edifici dai colori pastello coperti di buganvillee. Ci vive una piccola comunità senegalese e nelle sue viuzze ombreggiate e silenziose, non circolano mezzi a motore. L’anima dell’isola è la “Maison des Esclaves”, la casa degli schiavi. I muri, le stanze buie e le finestre a feritoia si commentano da sé.


... il viaggio degli specialisti